1887

OECD Multilingual Summaries

OECD Regulatory Policy Outlook 2018

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/9789264303072-en

Prospettive OCSE 2018 sulla politica della regolazione

Sintesi in italiano

Leggi e regolamenti hanno un impatto su tutti i settori dell’economia e su tutti gli aspetti della vita. Esse determinano il profilo della nostra sicurezza e del nostro stile di vita, la semplicità del fare impresa e il successo degli obiettivi sociali e ambientali. Mentre una buona regolamentazione favorisce la crescita economica e il benessere, all’opposto, una regolamentazione inadeguata compromette entrambi. Ma “regolamentare” sta diventando un compito sempre più difficile. Il ritmo travolgente del cambiamento tecnologico e l’interconnessione, senza precedenti, delle economie pongono i Governi di fronte a incertezza e complessità in relazione a cosa e come regolamentare. Sono messe in discussione la legittimità dei quadri esistenti di regolazione e, di fatto, la capacità dei Governi di adattarsi ai cambiamenti. Ciò richiede un settore pubblico sempre più flessibile, che sia in grado di sfruttare le numerose opportunità offerte dal cambiamento tecnologico per migliorare il processo normativo e adattarsi alle nuove realtà e ai nuovi rischi.

Le Prospettive OCSE 2018 sulla politica della regolazionesono la seconda edizione di una serie iniziata nel 2015 e tracciano minuziosamente gli sforzi compiuti dai Paesi per migliorare la qualità della regolazione secondo i principi definiti nella Raccomandazione OCSE del 2012. Le Prospettive sono basate su un’analisi dell’ampio rapporto OCSE del 2017 “Regulatory Indicators Survey” (iREG). Il presente rapporto sottolinea l’importanza di leggi e regolamenti solidi, evidenzia le buone pratiche regolatorie dei Paesi dell’OCSE e, aspetto cruciale, individua anche i settori in cui tali Paesi possono migliorare.

I Paesi dell’OCSE sono impegnati a garantire la qualità della regolamentazione. Alla fine del 2017 tutti i Paesi dell’OCSE e i Paesi candidati all’adesione avevano una politica di regolazione comprensiva di tutti i livelli di governo e avevano affidato ad un organo governativo la responsabilità di promuovere e coordinare la qualità della regolamentazione nell’insieme dell’amministrazione. Essi avevano anche compiuto progressi nell’adozione degli strumenti “tradizionali” di gestione della regolamentazione, in particolare il coinvolgimento delle parti interessate e la valutazione dell’impatto della regolamentazione (VIR, RIA secondo l’acronimo inglese di Regulatory Impact Assessment). Tali Paesi ricercano sempre di più il “feedback” di cittadini e imprese su leggi e regolamenti futuri e dedicano più tempo alle consultazioni. In molti Paesi la valutazione dell’impatto della regolamentazione (VIR) è diventata una fase importante del processo normativo.

Ciò nonostante, vi sono margini di miglioramento. I risultati delle consultazioni potrebbero essere meglio presi in considerazione in fase di elaborazione della regolazione. Un impegno più incisivo, una maggiore trasparenza e una migliore comunicazione sono necessari per assicurarsi che cittadini e le imprese si sentano coinvolti nel processo di formulazione delle politiche pubbliche, che accettino le decisioni di regolazione e che, in definitiva, abbiano fiducia nel loro Governo. In alcune giurisdizioni la VIR è diventata troppo procedurale e non viene applicata alle leggi e alle regolamentazioni più importanti, sia perché non esiste un sistema di selezione, sia perché le proposte di regolamentazione che hanno impatti importanti sono esenti dalla VIR. Se intraprese, le valutazioni si concentrano spesso su impatti economici strettamente delimitati, quali gli oneri della regolamentazione per le imprese, senza tenere conto di altri effetti significativi.

Ciò che più colpisce è il fatto che il "ciclo di vita" delle regolamentazioni resti in gran parte incompleto. I Paesi hanno dimostrato di essere più bravi nelle prime fasi, quelle di elaborazione di leggi e regolamenti, che in quelle successive di applicazione e valutazione della regolamentazione. Inoltre, non esiste ancora un approccio sistematico che consenta di valutare se leggi e regolamenti conseguano effettivamente i rispettivi obiettivi. Anche se alcuni regolamenti o leggi potrebbero essere obsoleti, facendo gravare costi inutili sulle imprese e sui regolatori ed esponendo potenzialmente i cittadini al rischio, i Paesi non riescono a raccogliere sistematicamente dati fattuali, a monitorare l’attuazione e a valutare i risultati. Ciò inficia la capacità dei Paesi di migliorare la qualità della regolamentazione e di dimostrare i risultati di una migliore elaborazione degli atti regolatori.

Mancano politiche comprensive di tutti i livelli di governo per promuovere strutture e processi di migliore “governance” e per colmare il divario tra sviluppo e applicazione delle regolamentazioni. Spesso le autorità di regolazione e gli organi di sorveglianza non dispongono di chiari quadri di azione per rafforzare i loro risultati. Per fornire risultati, le autorità hanno bisogno di sufficiente autonomia, di competenze e risorse adeguate e di meccanismi di rendicontazione trasparenti e prevedibili, e devono essere capaci di gestire e analizzare i dati e di definire efficacemente gli obiettivi delle loro attività.

I Paesi dell’OCSE riconoscono sempre di più che la cooperazione regolatoria internazionale è uno strumento importante per garantire che leggi e regolamenti tengano il passo con la globalizzazione. Nella pratica tuttavia, mentre l’iREG (il rapporto dell’OCSE sugli indicatori della regolamentazione) rivela alcuni dati fattuali della politica di valutazione dell’impatto della regolamentazione (VIR), solo pochi Paesi hanno una visione comprensiva di tutti i livelli di governo e la governance dell’esercizio di valutazione resta molto frammentata. I Ministeri e i soggetti regolatori potrebbero prendere in considerazione in modo più sistematico il contesto internazionale, le norme e gli standard internazionali per conseguire i loro obiettivi di “policy”. Essi potrebbero altresì fornire opportunità più significative per coinvolgere le parti interessate straniere e valutare gli impatti internazionali delle loro azioni come parte integrante della valutazione ex ante ed ex post

Le lacune nella politica di regolazione potrebbero derivare dall’insufficienza di controllo della qualità e di supervisione – tuttora “il pezzo mancante del puzzle”. La supervisione è un anello di congiungimento essenziale nell’ambito della governance della regolamentazione, che aiuta a colmare il divario tra esigenze formali e attuazione. Vi sono elementi che indicano che alcuni Paesi dell’OCSE hanno istituito una procedura di supervisione delle capacità e delle funzioni di regolazione. Tuttavia, in molti Paesi, la responsabilità della supervisione regolatoria è distribuita tra numerose istituzioni ed è quindi essenziale un coordinamento efficace. Il controllo della qualità degli strumenti di gestione della regolazione interviene nella fase finale del ciclo di elaborazione della regolazione e si concentra prevalentemente sulla qualità procedurale della VIR piuttosto che sugli obiettivi politici di più ampia portata.

Attualmente c’è grande entusiasmo per l’economia comportamentale (Behavioural insights‑‑BI) quale strumento utile a formulare e attuare migliori politiche. Promuovendo una cultura della sperimentazione e basandosi su una migliore comprensione del comportamento reale, l’economia comportamentale è uno strumento efficace per l’apprendimento, l’adattamento e l’innovazione. Se si applica tale approccio alla politica della regolazione, c’è un ulteriore margine per incorporare l’analisi comportamentale (BI) nella valutazione dell’impatto della regolamentazione e della valutazione ex post, utilizzando l’economia comportamentale per promuovere un impegno delle parti interessate con cognizione di causa e applicando l’approccio comportamentale (BI) per modificare il comportamento delle istituzioni, dei regolatori e degli enti regolamentati.

Sono più che mai necessarie regole trasparenti, basate su dati fattuali che tengano conto dei rischi e delle realtà sul campo. Queste regole devono essere sviluppate e sostenute da istituzioni democratiche, solide e reattive. L’impegno delle parti interessate e la valutazione sistematica degli impatti prima e dopo l’adozione delle norme forniscono quindi input essenziali per il processo normativo. Le autorità di regolazione, le ispezioni e l’applicazione delle norme svolgono un ruolo fondamentale per garantire l’efficacia della regolazione. La supervisione regolatoria è necessaria per dirigere e promuovere la qualità della regolamentazione a tutti i livelli dell’Amministrazione. Infine, si avverte una irreversibile esigenza di cooperazione regolatoria internazionale (International Regulatory Cooperation) e di approcci innovativi per mobilitare le competenze e il coordinamento dei Paesi su questioni complesse che superano sempre più i confini amministrativi.

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

OECD

Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2018), OECD Regulatory Policy Outlook 2018, OECD Publishing.
doi: 10.1787/9789264303072-en

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