1887

OECD Multilingual Summaries

How Was Life?

Global Well-being since 1820

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/9789264214262-en

Come si viveva prima?

Benessere mondiale dal 1820

Sintesi in italiano

Come si viveva nel 1820 e com’è migliorata la vita nel corso del tempo? A partire dalla rivoluzione industriale, la nostra visione dello sviluppo socioeconomico è stata in ampia misura basata su dati provenienti da serie storiche di contabilità nazionale secondo la tradizione degli economisti Simon Kuznets e Angus Maddison. Tuttavia, l’andamento del prodotto interno lordo (PIL) pro capite non consente di fornire indicazioni esaurienti su diverse dimensioni del benessere come la speranza di vita, l’istruzione, la sicurezza personale o la diseguaglianza. Sempre più spesso i dati statistici che interessano l’attuale sviluppo umano sono calcolati tenendo conto delle diverse dimensioni del benessere e non esclusivamente in termini di risultati economici. Tuttavia, è possibile adottare lo stesso approccio con i dati dei nostri antenati?

Gli storici dell’economia e altri esperti nel campo delle scienze sociali hanno elaborato dati che trattano dimensioni immateriali del benessere per qualche anno, ma fino ad oggi tali dati non sono stati sistematicamente comparati nel tempo e nello spazio. Per esempio, sono disponibili per alcuni Paesi europei informazioni sulla speranza di vita nel XIX secolo, ma non è stato possibile compararle con i dati relativi al continente africano. Di conseguenza, la maggior parte degli studi che riportano le tendenze globali dello sviluppo a lungo termine fa ancora in gran parte riferimento alle stime del PIL pro capite. Il presente rapporto propone di colmare questa lacuna, presentando per la prima volta dati sistematici sulle tendenze di lungo termine del benessere mondiale a partire dal 1820 e fornendo stime per un ampio campione di Paesi. Tali tendenze sono esaminate e rappresentate per 25 Paesi, 8 regioni mondiali, nonché per l’economia mondiale nel suo insieme. Questo risultato è stato ottenuto raccogliendo, armonizzando e documentando le più attuali stime sviluppate con il progetto Clio‑Infra. Il rapporto presenta i dati esaminandone le fonti e i limiti, offre una panoramica delle tendenze e individua possibili direzioni per ricerche future.

Il rapporto dell’OCSE verte sull’esame di 10 dimensioni individuali di benessere, monitorandone l’evoluzione nel tempo e nello spazio, per poi riunirle in un unico e nuovo indicatore composito. Le dimensioni studiate riflettono un’ampia sfera di aspetti materiali e immateriali del benessere: il PIL pro capite, la remunerazione netta, il livello di studi, la speranza di vita, la statura, la sicurezza personale, le istituzioni politiche, la qualità ambientale, la disuguaglianza dei redditi e di genere. Ovviamente, la qualità dei dati sarà diversa a seconda degli indicatori, dei periodi e dei Paesi esaminati. Il rapporto presenta diverse serie storiche per ogni specifica dimensione del benessere, prende in esame i loro limiti e indica le dimensioni in cui si possono compiere ulteriori progressi.

Questi nuovi dati offrono la possibilità di studiare il benessere nel mondo durante i due secoli passati e possono essere utilizzati per analizzare i percorsi generali dello sviluppo dei singoli Paesi o per analizzare le differenze nelle performance tra Paesi in una particolare dimensione. I dati contenuti nel presente rapporto, grazie alla loro copertura completa ed estesa nel tempo e nello spazio, consentono di formulare interrogativi di più ampia portata. Questo nuovo modo di studiare la questione dello sviluppo umano offre un panorama completamente diverso rispetto al metodo basato sulle stime del PIL? Il mondo sarebbe stato più o meno disuguale se lo avessimo esaminato con il prisma del benessere piuttosto che con quello del PIL? Questo rapporto offre alcune risposte preliminari con un’indagine sistematica sulle correlazioni tra PIL pro capite e ciascuna delle altre dimensioni del benessere. Va da sé che le correlazioni statistiche non spiegano i possibili nessi causali, ma consentono di fare un primo passo necessario per comprendere meglio il complesso rapporto tra diversi aspetti del benessere e i suoi fattori determinanti.

Principali conclusioni

Il libro fornisce dati di fatto sulle tendenze storiche di 10 diverse dimensioni del benessere. Per alcune di queste dimensioni la correlazione statistica con l’evoluzione del PIL pro capite è forte. L’istruzione (misurata mediante gli indicatori di alfabetizzazione e del livello d’istruzione raggiunto) e lo stato di salute (misurato con l’indicatore di speranza di vita e la statura) sono migliorati molto in numerosi Paesi del mondo e si riscontra una forte correlazione trasversale e temporale con il PIL pro capite. Verso il 1820, meno del 20% della popolazione mondiale era alfabetizzata e la popolazione alfabetizzata era ampiamente concentrata in Europa Occidentale. Dopo il 1945, i tassi di alfabetizzazione e scolarizzazione sono aumentati notevolmente in molte regioni del mondo, fino a raggiungere nel 2000, un livello di alfabetizzazione di circa l’80% per la popolazione mondiale. La speranza di vita alla nascita era di circa 33 anni in Europa Occidentale verso il 1830, di 40 anni nel 1880, e durante il periodo successivo è praticamente raddoppiata, registrando i progressi più marcati nella prima metà del 20 secolo. Nel resto del mondo, i tassi di speranza di vita sono iniziati ad aumentare partendo da livelli molto più bassi, soprattutto dopo il 1945. La speranza di vita a livello mondiale è aumentata da una media inferiore ai 30 anni di vita nel 1880 a più di 70 anni nel 2000. Solidi elementi fattuali dimostrano un cambiamento nel rapporto tra stato di salute e PIL pro capite durante gli ultimi due secoli. La speranza di vita è migliorata in tutto il mondo anche nel caso in cui il PIL non cresceva, grazie ai progressi conseguiti nel campo delle conoscenze e nella diffusione delle tecnologie sanitarie.

La correlazione statistica con il PIL pro capite è stata molto più debole per altre dimensioni del benessere. Le istituzioni politiche (misurate mediante indicatori di partecipazione elettorale e di concorrenza) sono migliorate molto a livello mondiale durante il secolo passato. Tuttavia, il loro sviluppo non è stato propriamente graduale e alcuni Paesi sono stati talvolta testimoni di violente oscillazioni nei diritti politici. Anche le differenze tra Paesi in termini di sicurezza personale (misurata mediante i tassi di omicidio e di esposizione ai conflitti bellici) non consentono di stabilire una correlazione significativa con il PIL pro capite. Dal XIX secolo in poi, in termini di sicurezza individuale, l’Europa occidentale era già relativamente tranquilla, all’opposto i tassi di omicidio negli Stati Uniti sono stati relativamente alti durante tutto il periodo preso in esame. Punti caldi di violenta criminalità sono presenti anche in aree estese dell’America Latina e dell’Africa, e lo stesso vale per l’ex Unione Sovietica (soprattutto dopo il crollo del comunismo), mentre estese aree dell’Asia registrano bassi tassi di omicidio.

Quando si tratta di esaminare la questione della qualità dell’ambiente, la correlazione negativa con il PIL pro capite è chiara. La biodiversità è diminuita in tutte le regioni e nel mondo intero poiché l’uso del suolo è cambiato in modo marcato. Le emissioni di CO2 pro capite sono aumentate dopo la rivoluzione industriale in Europa occidentale e le sue “diramazioni”, ha segnato un’accelerazione a metà del 20 secolo, parallelamente all’aumento del PIL in altre regioni, e continua ad aumentare su scala globale. Le emissioni pro capite di SO2 (l’anidride solforosa, un inquinante locale) sono altresì aumentate con un livello più alto di produzione industriale, ma sono diminuite a partire dagli anni Settanta, grazie all’emergere di tecnologie più pulite.

Le tendenze di lungo termine nella disuguaglianza dei redditi, misurate dalla distribuzione del reddito delle famiglie prima dell’imposizione a livello individuale, hanno assunto una curva di distribuzione a forma di U nella maggior parte dei Paesi europei e occidentali. I redditi sono diminuiti tra la fine del 19 secolo fino all’inizio del 1970, per poi aumentare in Europa orientale, il comunismo ha condotto a forti diminuzioni nelle disuguaglianze di reddito, seguite da forti aumenti dopo la sua disgregazione negli anni Ottanta. In altre parti del mondo (la Cina in particolare) la diseguaglianza dei redditi ha conosciuto una tendenza in ascesa. La distribuzione globale del reddito, tra tutti i cittadini del mondo è stata unimodale nel XIX secolo, ma è diventata sempre più bimodale tra il 1910 e il 1970 e improvvisamente tra il 1980 e il 2000 è ridivenuta unimodale.

La diseguaglianza di genere misurata dai risultati ottenuti in materia di stato della salute, status socioeconomico e diritti politici, ha assunto una tendenza decrescente nel corso degli ultimi 60 anni nella maggior parte delle regioni del mondo. Solo in Asia orientale e in Europa dell’est il declino della diseguaglianza di genere è in fase di stallo dagli anni Ottanta. Ad ogni modo, le differenze registrate nei livelli di diseguaglianza di genere tra regioni sono rimaste significative. L’Europa (inclusa l’Europa orientale) e i Paesi occidentali hanno ottenuto i migliori risultati (sebbene nessun Paese abbia raggiunto la piena eguaglianza di genere). Il Medio Oriente, il Nord Africa (soprattutto a causa di diritti politici deboli) e l’Asia meridionale e del Sud Est (a causa di percentuali di genere asimmetriche alla nascita) hanno ottenuto i peggiori risultati.

L’indicatore composito del benessere presentato in questo rapporto indica che il progresso del benessere è stato molto esteso sin dagli inizi del XX secolo, salvo forse nel caso dell’Africa sub‑sahariana. Gli elementi fattuali presentati nel rapporto suggeriscono altresì che dagli anni Settanta la diseguaglianza tra Paesi in termini di benessere composito è stata inferiore rispetto a quella del PIL pro capite, pur essendo stata più pronunciata nel periodo precedente.

Nel complesso, il rapporto riassume e discute in modo critico le nostre attuali conoscenze sugli andamenti di lungo termine del benessere mondiale nel corso degli ultimi due secoli. Sebbene il rapporto fornisca un’analisi migliore rispetto a un approccio esclusivamente basato sul PIL pro capite, le nostre conoscenze hanno ancora qualche punto debole, specie per quanto riguarda lo sviluppo in Africa prima del 1950 e nei principali Paesi asiatici nel corso del XIX secolo. Ci si augura che questo libro possa ulteriormente incoraggiare la ricerca in questi settori.

© OECD

Traduzione a cura della Sezione linguistica italiana.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

Sono disponibili gratuitamente presso la libreria online dell’OCSE sul sito www.oecd.org/bookshop

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Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2014), How Was Life?: Global Well-being since 1820, OECD Publishing.
doi: 10.1787/9789264214262-en

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