1887

OECD Multilingual Summaries

Agricultural Policy Monitoring and Evaluation 2019

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/39bfe6f3-en

Monitoraggio e valutazione delle politiche agricole 2019

Sintesi in italiano

Nel periodo 2016‑18, nei 53 Paesi esaminati nel presente rapporto, circa 705 miliardi di dollari statunitensi (EUR 620 miliardi) sono stati trasferiti ai loro rispettivi settori agricoli attraverso le politiche agricole. Circa tre quarti di tale sostegno, ossia 528 miliardi di dollari statunitensi (EUR 465 miliardi) l’anno, sono stati erogati ai singoli produttori. Nello stesso tempo, sei Paesi, in particolare l’Argentina e l’India, hanno tassato i propri produttori agricoli utilizzando misure che hanno depresso i prezzi di alcuni prodotti di base sul mercato interno. Nel periodo 2016‑18, tali tasse implicite sono state pari a 83 miliardi di dollari statunitensi (EUR 73 miliardi) annui al netto delle quali i trasferimenti ai produttori agricoli ammontano a 445 miliardi di dollari statunitensi (EUR 392 miliardi) annui. Pur riducendo il livello generale di sostegno, queste tasse implicite contribuiscono ad aumentare le distorsioni nel mercato. Questo rapporto presenta i recenti sviluppi delle politiche agricole e le stime delle politiche di sostegno in tutti i Paesi dell’OCSE, nell’Unione europea e in dodici Paesi emergenti e in via di sviluppo, e per la prima volta esamina anche le politiche agricole dell’Argentina e dell’India, aumentando così la sua portata a quasi tre quarti del valore aggiunto dell’agricoltura globale.

I recenti progressi compiuti da molti Paesi dell’OCSE per ridurre il sostegno alla produzione agricola e riorientare le politiche agricole verso misure meno distorsive e talvolta più mirate hanno segnato un’ampia battuta d’arresto. Inoltre, il sostegno all’agricoltura resta variabile a seconda dei Paesi e dei prodotti. In media, nei Paesi dell’OCSE, oltre il 18% delle entrate agricole lorde continua a provenire dalle politiche di sostegno rispetto al 9%, in media, nei Paesi emergenti e in via di sviluppo esaminati in questo rapporto. Tuttavia queste medie mascherano una dipendenza molto maggiore dei redditi delle aziende agricole dal sostegno in alcuni Paesi e un sostegno negativo in numerose economie emergenti, in particolare in Argentina e in India.

Nel complesso, quasi il 70% di tutti i trasferimenti da e verso i produttori agricoli continua a provenire da misure che distorcono notevolmente le decisioni delle aziende agricole. In molti Paesi, gran parte del sostegno alla produzione proviene ancora da misure che creano un divario tra prezzi interni ed i prezzi del mercato mondiale. Le differenze delle politiche di sostegno tra prodotti all’interno dei Paesi, e la concomitanza di un sostegno significativo dei prezzi per alcuni prodotti e di prezzi depressi per altri prodotti, accentua le distorsioni nel mercato interno. Ancora pochi strumenti, all’interno dell’attuale mix di politiche agricole, sono finalizzati alla crescita della produttività agricola, all’uso sostenibile delle risorse naturali e alla resilienza delle imprese agricole.

Sebbene la futura crescita della domanda di alimenti di alta qualità offra opportunità all’agricoltura e all’industria alimentare, le sfide per soddisfare tale domanda in modo sostenibile continuano ad essere significative. La crescita della produttività è diminuita e resta inferiore al potenziale in molti Paesi. Sebbene siano stati compiuti progressi in diverse dimensioni della sostenibilità agricola, come il bilancio dei nutrienti e l’intensità di emissioni di gas a effetto serra, le pressioni ambientali restano elevate e alcune delle tendenze positive, hanno subito un rallentamento. Il cambiamento climatico e gli shock di produzione legati alle condizioni meteorologiche dovrebbero aumentare le difficoltà inerenti alla sfida di migliorare la produttività, la sostenibilità e la resilienza delle imprese agricole. Occorrono maggiori investimenti pubblici e privati in sistemi agricoli innovativi più reattivi, servizi di monitoraggio efficienti, in infrastrutture rurali e in altri servizi utili allo sviluppo del settore. Sebbene nel complesso la spesa pubblica investita in questi servizi generali sia diminuita, rispetto alla dimensione dei settori nell’area dell’OCSE e nelle economie emergenti, l’aumento degli investimenti nella ricerca e nell’innovazione e l’intensificazione degli sforzi per migliorare le infrastrutture rurali sono sviluppi positivi.

Alla luce della situazione di stallo dei negoziati a livello multilaterale, l’ambizione di molti Paesi di concludere nuovi e più approfonditi accordi di libero scambio con partner commerciali chiave, anche per gli scambi agroalimentari, rappresenta inoltre un passo avanti pragmatico, ma non deve sostituirsi alle ambizioni multilaterali volte a facilitare le riforme delle politiche agricole.

Considerando queste sfide, è importante ridare slancio alle ambizioni di riforma. I Governi devono diminuire il sostegno distorsivo, inefficiente e dannoso per l’ambiente e porre l’accento sugli interventi di politica agricola ad alto rendimento e su un ambiente favorevole allo sviluppo di un settore agroalimentare produttivo, sostenibile e resiliente.

Raccomandazioni

  • Smantellare gradualmente le politiche che generano un sostegno ai prezzi di mercato, iniziando con i mercati più protetti e con le misure più opache. Altre forme di sostegno legate alla produzione e che distorcono gli scambi commerciali dovrebbero altresì essere ridotte e infine eliminate. Tale azione consentirà un migliore funzionamento dei mercati, diminuirà le distorsioni tra diversi settori e le pressioni ambientali derivate dall’uso eccessivo dei fattori di produzione, e consentirà di rendere disponibili fondi pubblici destinati ad investimenti più efficienti e più mirati.
  • Integrare sempre di più i mercati. Si tratta di un’iniziativa essenziale per sfruttare i vantaggi relativi e gestire i maggiori rischi e sarebbe opportuno proseguire questa integrazione nel quadro di sistema internazionale di commercio basato su regole. A tale riguardo, sarebbe utile la risoluzione delle attuali controversie commerciali.
  • Riorientare il sostegno per migliorare i servizi pubblici a vantaggio dei produttori, consumatori e alla società in generale. Ciò significa che occorre investire nei sistemi di innovazione agricola concentrando i finanziamenti pubblici nelle aree che integrano le azioni private e facilitano la collaborazione tra attori dell’innovazione, nelle infrastrutture pesanti e nelle infrastrutture e leggere, e nei sistemi di biosicurezza basati sulla scienza per assicurare la salute umana, animale e vegetale, tra le altre cose.
  • Considerare tutti gli strumenti economici disponibili per la realizzazione degli obiettivi ambientali, per perseguire la mitigazione dell’ambiente e del cambiamento climatico e gli obiettivi di adattamento. I dati fattuali esistenti sulla performance ambientale dell’agricoltura, sebbene siano incompleti, mostrano che in molti Paesi dalla metà degli anni 2000, si è verificato un rallentamento o addirittura una regressione della performance. I Paesi dovrebbero investire, provvedendo a colmare le loro lacune di conoscenze e le tecnologie digitali potrebbero facilitare quest’azione.L’informazione, l’istruzione, le regolamentazioni, i pagamenti e le tasse forniscono una serie di strumenti necessari (toolbox) per migliorare i risultati ambientali del settore con un buon rapporto costo‑efficacia.
  • Migliorare la comprensione della situazione finanziaria e del benessere delle famiglie di agricoltori. I Governi spesso non hanno dati coerenti sul reddito e sullo stato di ricchezza delle famiglie di agricoltori che consentirebbero di identificare i loro bisogni. Una maggiore disponibilità di dati consentirebbe di elaborare misure di sostegno al reddito più efficaci e mirate, tra cui le politiche sociali e fiscali che non sono rivolte solo al settore agricolo.
  • Concentrare le politiche di sostegno per i rischi esclusivamente sui rischi di calamità naturali per i quali il settore privato non può fornire soluzioni, elaborando definizioni chiare e delimitando i rischi di calamità che richiedono l’intervento dei poteri pubblici. Tale orientamento consentirebbe di attuare interventi pubblici ben definiti e nello stesso tempo incoraggerebbe le aziende agricole ad adottare strumenti di gestione dei rischi di mercato a livello privato. Occorre assicurarsi che il sostegno pubblico non escluda le soluzioni del settore privato, basate sugli strumenti di mercato e che i programmi non compensino i produttori in modo eccessivo, o che non li conducano ad adottare pratiche rischiose e insostenibili. I Governi dovrebbero inoltre essere proattivi nella raccolta e nella fornitura di dati che facilitano lo sviluppo di soluzioni di mercato e nell’offrire l’accesso a competenze nel campo delle strategie di gestione del rischio, al fine di facilitare lo sviluppo di strategie del settore privato e strumenti di mercato pertinenti.
  • Adoperarsi affinché i pacchetti d’intervento siano coerenti. Le famiglie di agricoltori reagiscono a tutti i fattori economici, di mercato e di misure in atto. I Governi dovrebbero rendere conto di questa azione, considerando i trade‑off tra i diversi obiettivi programmatici e le interazioni tra le aree d’intervento e dovrebbero valutare gli effetti delle politiche adottate ex‑ante ed ex‑post. Tale azione di coordinamento può essere meglio realizzata attraverso un approccio ben integrato e onnicomprensivo per le politiche di sviluppo, all’interno dei e tra i diversi livelli di governo e a livello nazionale e internazionale.

© OECD

Questa sintesi non è una traduzione ufficiale dell’OCSE.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

OECD

Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2019), Agricultural Policy Monitoring and Evaluation 2019, OECD Publishing.
doi: 10.1787/39bfe6f3-en

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