1887

OECD Multilingual Summaries

OECD Regional Outlook 2019

Leveraging Megatrends for Cities and Rural Areas

Summary in Italian

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La pubblicazione è disponibile all’indirizzo:
10.1787/9789264312838-en

Prospettive regionali dell’OCSE 2019

Sfruttare le opportunità dei megatrend per le città e le aree rurali

Sintesi in italiano

Le politiche rivolte al territorio possono far fronte alla debole crescita economica e al pubblico malcontento

Da quando è stato istituito nel 1999, il Comitato dell’OCSE sulla politica di sviluppo regionale ha sostenuto gli argomenti a favore di politiche rivolte al territorio per aiutare tutte le regioni a sfruttare pienamente il loro potenziale economico. Le politiche basate sul territorio sono un complemento indispensabile delle politiche economiche strutturali poiché queste non tengono adeguatamente conto dei specifici fattori regionali.

L’adozione di politiche rivolte al territorio è particolarmente urgente in considerazione delle ampie e perduranti disuguaglianze nelle performance economiche regionali in molti Paesi dell’OCSE. In media, la produttività nella regione meno produttiva di un Paese è inferiore del 46% rispetto alla produttività della sua regione più produttiva. Inoltre, in un terzo dei Paesi dell’OCSE la crescita della produttività è concentrata in un’unica regione, già altamente produttiva, in cui generalmente è situata la più grande città del Paese, il che accentua gli squilibri regionali. A causa della limitata mobilità del lavoro, i lavoratori in molte regioni sono quindi intrappolati in posti di lavoro che sono meno produttivi di quanto potrebbero essere.

Negli ultimi anni gli effetti della disuguaglianza regionale sono stati inaspriti dalla crisi finanziaria globale e hanno frenato la crescita nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE. L’insieme di questi fattori ha portato ad una crescente insoddisfazione del pubblico nei confronti dello statu quo politico, economico e sociale. Le politiche rivolte al territorio possono contribuire a superare l’insoddisfazione del pubblico non solo perché promuovono lo sviluppo economico, ma anche perché, attraverso la valorizzazione delle culture e tradizioni locali, esse possono contribuire a controbilanciare il sentimento, avvertito in alcune regioni, di essere lasciati indietro o di non contare.

Oltre agli effetti della globalizzazione e all’insoddisfazione che essa ha generato in alcune geografie, in futuro, le politiche basate sul territorio dovranno anticipare e far fronte agli specifici impatti regionali di tre tipi di megatrend:

  • la digitalizzazione, l’automazione e altri cambiamenti tecnologici
  • i cambiamenti demografici, tra cui l’urbanizzazione, l’invecchiamento demografico e le migrazioni
  • Il cambiamento climatico e la penuria di risorse

Gli effetti che tali megatrend avranno nei Paesi non saranno uniformi, ma diversi a seconda delle regioni. L’azione pubblica deve dare risposte adeguate per affrontare tali diversità, per esempio attraverso nuovi, mirati investimenti e l’adeguamento dei sistemi di governance multilivello affinché questi siano più sensibili alle condizioni delle regioni.

L’automazione e altre tecnologie “dirompenti” riconfigureranno le economie e le società in tutte le regioni

L'intelligenza artificiale, i veicoli autonomi, la stampa 3D e altre nuove tecnologie sono importanti fattori propulsivi della crescita della produttività che, in ultima analisi, garantiscono l’innalzamento del tenore di vita. Queste tecnologie modificheranno i luoghi in cui vivono le persone e il modo in cui esse lavorano e comunicano tra loro. Queste tecnologie, tuttavia, porteranno anche all’automazione del lavoro che ridistribuirà in grande misura i posti di lavoro tra i diversi settori e territori. Le stime mostrano che il numero di posti di lavoro ad alto rischio di automazione varia tra il 4% e il 39% nelle regioni dell’area dell’OCSE.

Le regioni, e in particolare quelle che hanno un’ampia quota di posti di lavoro a rischio di automazione, devono sviluppare politiche per fornire ai lavoratori le competenze che hanno meno probabilità di essere automatizzate e che sono adattabili a nuovi profili di posti di lavoro. A seconda delle tipologie di posti di lavoro che scompaiono e di quelle che sono create in una determinata regione, saranno necessarie diverse formule di sviluppo delle competenze e di solida riqualificazione.

L'automazione avrà un impatto particolarmente forte nelle aree rurali perché tali aree dipendono eccessivamente dal settore manifatturiero e hanno una bassa quota di servizi nella loro economia. All’opposto, molte tecnologie emergenti, come i veicoli autonomi, veicoli aerei senza equipaggi, la manifattura additiva e la tecnologia della realtà virtuale possono essere vantaggiose per le aree rurali perché diminuiranno gli svantaggi dovuti alla bassa densità demografica e alle lunghe distanze. Le nuove tecnologie possono anche migliorare la fornitura dei servizi nelle aree rurali e i responsabili delle politiche dovrebbero facilitare la loro adozione.

È probabile che saranno le grandi città a trarre i maggiori benefici dalla crescente importanza delle attività ad alta intensità di conoscenze, determinata dal cambiamento tecnologico. Tuttavia, la polarizzazione delle competenze nei posti di lavoro può portare a crescenti disuguaglianze intra‑urbane tra lavoratori molto qualificati e lavoratori poco qualificati. Per le aree urbane più avanzate la maggiore sfida sarà garantire che il prolungato successo economico non porti all’aumento del costo della vita, che è un peso soprattutto per i più poveri, ma sempre di più anche per la classe media. Garantire alloggi accessibili è un elemento fondamentale per rispondere a questa sfida.

L’analisi dei big data, l’Internet degli oggetti, la tecnologia civile, la realtà virtuale e altre tecnologie possono essere utilizzati per costruire città intelligenti, trasformare la fornitura dei servizi pubblici e facilitare la partecipazione dei cittadini a livello locale. Le amministrazioni locali dovrebbero adattare queste tecnologie e affrontare al contempo i rischi associati, ad esempio quelli relativi alla protezione dei dati personali e all’esclusione di gruppi emarginati.

La demografia regionale cambierà a causa dell’invecchiamento della popolazione, dell’urbanizzazione e della migrazione

L’urbanizzazione sta avanzando nel mondo. La quota della popolazione urbana sta aumentando nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE, ma la crescita è superiore nei Paesi a basso e medio reddito. Nel 2015 si contavano nel mondo 5.799 città con più di 100 000 abitanti, che ospitavano circa 3 miliardi di persone.

Mentre alcune città e regioni stanno crescendo a ritmi sostenuti, altre si stanno spopolando. Nuove proiezioni mostrano che, tra le regioni dell’OCSE per le quali sono disponibili dati, il 57% dovrebbe registrare un calo demografico entro il 2050. Questo ridurrà le basi di prelievo fiscale e sarà perciò più difficile fornire servizi pubblici. Tali difficoltà possono essere attenuate dall’automazione e dall’utilizzo delle nuove tecnologie per la fornitura dei servizi e i decisori delle regioni soggette ai fenomeni dell’invecchiamento e dello spopolamento dovrebbero usare in modo strategico le opportunità delle nuove tecnologie.

La migrazione può limitare l’invecchiamento demografico perché in molte regioni i migranti tendono ad essere più giovani rispetto alla media della popolazione. Le politiche volte a integrare i migranti dovrebbero essere adattate al profilo delle regioni e delle comunità locali di migranti e devono coinvolgere un ampio ventaglio di parti interessate a livello locale, tra cui le imprese e le organizzazioni non governative.

All’interno dei Paesi, il cambiamento demografico avrà effetti asimmetrici sulle risorse finanziarie pubbliche subnazionali. Esso avrà un impatto particolarmente negativo sulle aree rurali di difficile accesso, sia sul fronte della spesa sia su quello delle entrate. Gli sviluppi demografici e altri megatrend come la digitalizzazione potrebbero altresì modificare fondamentalmente le basi impositive delle regioni tramite i cambiamenti dei mercati del lavoro e dei redditi delle imprese, nonché le variazioni nel valore dei terreni e delle abitazioni. La tassazione subnazionale e i meccanismi di perequazione devono essere corretti di conseguenza.

Le amministrazioni subnazionali sono attori importanti nel contrasto al cambiamento climatico

Il principale megatrend ambientale nei prossimi decenni è il cambiamento climatico. Le amministrazioni regionali e locali svolgono un ruolo fondamentale nel contrastare il cambiamento climatico e nell’adattarsi ad esso, non da ultimo perché finanziano il 64% del totale degli investimenti pubblici correlati al clima.

Le amministrazioni locali perseguono alcune delle politiche più impegnate per combattere il cambiamento climatico. Quando la loro sfera d’azione è limitata da sfide di finanziamento e di capacità, le amministrazioni nazionali dovrebbero fornire i necessari mezzi giuridici e finanziari per consentire alle amministrazioni subnazionali di perseguire politiche ambiziose. Per riflettere il ruolo importante che le amministrazioni locali svolgono nel contrasto al cambiamento climatico, si dovrebbe rendere più esplicito, attraverso gli obiettivi, il loro contributo alle riduzioni di emissioni di carbonio.

I megatrend globali comportano nuove esigenze di investimento

L'attuale livello degli investimenti totali è pari a meno della metà del livello necessario per essere preparati per le nuove tecnologie e rispondere adeguatamente a sfide come l’invecchiamento demografico e il cambiamento climatico. Le amministrazioni subnazionali, che in media sono responsabili del 57% degli investimenti pubblici nei Paesi dell’OCSE, saranno attori importanti per aumentare gli investimenti ed assicurarne un elevato rendimento. Al fine di massimizzare la capacità contributiva a favore degli investimenti, le amministrazioni subnazionali dovrebbero inoltre cercare finanziamenti esterni del settore privato, laddove tale opzione sia appropriata.

I sistemi di governance multilivello devono essere adattati per rispondere alle esigenze future

I sistemi di governance multilivello devono essere rafforzati e resi più flessibili per riflettere le disparità regionali. Negli ultimi anni, molti Paesi dell’OCSE si sono orientati verso una politica di decentramento asimmetrico. È probabile che tale tendenza continui e che possa contribuire ad adattare la governance alle differenze di condizioni e capacità a livello regionale, metropolitano e locale.

La governance sperimentale che include l’apprendimento con la pratica e i processi di prova ed errore nell’elaborazione delle politiche pubbliche può aiutare le amministrazioni pubbliche a rispondere a esigenze locali differenti. Tali approcci possono essere coniugati con una decentralizzazione asimmetrica, per sviluppare, ad esempio, nuove soluzioni di governance per le aree metropolitane.

Per sviluppare buone politiche è essenziale comprendere le tendenze future. Nell’area dell’OCSE, le amministrazioni pubbliche nazionali e regionali utilizzano numerosi strumenti per valutare se la politica regionale sia adeguata ai futuri sviluppi, dalle proiezioni basate sui dati ad esercizi previsionali flessibili. È auspicabile l’uso di una vasta gamma di strumenti per essere pronti ad un’ampia serie di scenari plausibili – anche se incerti per definizione – per diversi orizzonti temporali.

© OECD

Questa sintesi non è una traduzione ufficiale dell’OCSE.

La riproduzione della presente sintesi è autorizzata sotto riserva della menzione del Copyright OCSE e del titolo della pubblicazione originale.

Le sintesi sono traduzioni di stralci di pubblicazioni dell’OCSE i cui titoli originali sono in francese o in inglese.

OECD

Il testo integrale in lingua inglese è disponibile online sul sito OECD iLibrary!

© OECD (2019), OECD Regional Outlook 2019: Leveraging Megatrends for Cities and Rural Areas, OECD Publishing.
doi: 10.1787/9789264312838-en

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